LO SAPEVI CHE: 

Bronzolo era un paese commerciale, nato vicino alle rive del fiume Adige. Grazie al fiume sicuro da navigare, gli scambi commerciali tramite le zattere favorirono l’espansione economica e sociale del paese.

Bronzolo è stato costruito su un grande cono alluvionale, evitandone così pericoli riguardanti il fiume come inondazioni ed esondazioni. Gli argini sono sempre stati importanti per la prevenzione dei possibili rischi, quindi mantenuti in buono stato.

La Dogana, posto di controllo delle merci dei zattieri, era un luogo rilevante per il nostro fiume. Le zattere erano essenziali per il commercio (mezzi di trasporto del tempo). Esse venivano trasportate con il traino ippico lungo gli argini. Erano costruite in legno. Tra le merci scambiate c’era il legname destinato alla costruzione delle navi e delle fondamenta veneziane.

Lo stemma è rappresentato da una cornetta nera che si riferisce alla stazione di posta del paese. La parte verde rappresenta la montagna, il fiume e le vallate. Venne istituito nel 1968.  

  

La stazione 

La stazione di Bronzolo fu costruita nel 1862 dall’architetto Alois (Luigi) von Negrelli assieme a Moriz Löhr ed Ernst Hranatsch. La stazione fu molto utile durante le due guerre mondiali, nella prima guerra mondiale la stazione di Bronzolo venne considerata una stazione molto importante per la logistica nel fronte sud, a nord dell’edificio venne costruito un magazzino, dopo la prima guerra mondiale venne costruito un secondo magazzino in muratura di tre piani, in seguito il magazzino piccolo venne demolito per un anonimo tecnico locale mentre quello maggiore si è conservato. Tra le due guerre lo scalo è stato ampliato per scopi militari infatti costruirono una rampa per mezzi corazzati.  

  

Porto sull’Adige  

L’approdo di Bronzolo è l’unico porto fluviale nel sud delle Alpi, Il trasporto fluviale venne rimosso all’avvento della stazione ferroviaria Verona-Bolzano, l’Adige venne usato dalle zattere per 6 secoli più o meno, solo il trasporto del legname venne ancora utilizzato durante la prima guerra mondiale.  

  

La cava

Alla fine del ottocento c’era una grande industria di porfido di cui faceva parte: Bronzolo, Laives e Ora, che riforniva di pietra rossa mezza Europa. Producevano principalmente: Pavimentazioni, lastre e bordi per marciapiedi. Ormai le cave sono quasi tutte state abbandonate, la maggior parte di esse erano di gestione familiare. 

  

Infanzia 

Tra gli anni 60 e gli anni 70 i bambini si ritrovavano nel convento vicino alla chiesa in piazza San Leonardo, gestito dalle suore (attuale asilo). Era “un posto magico” al dire dei bambini del tempo. C’erano giochi bellissimi, bambole di pezza, dondoli, cestini con cui raccogliere i fiori e delle suore pronte ad accudire e intrattenere amorevolmente.   

Tra i ricordi più belli menzionati c’era il momento della merenda spesso con burro e marmellata, la lettura delle storie e le canzoni. A Pasqua si raccoglievano mazzetti di fiori colorati da portare a casa alla famiglia. Il convento che ospitava le suore è rimasto attivo fino a qualche decennio fa.

 

Le feste e i ritrovi 

Le rive del rio sono state fondamentali per i giovani e meno giovani bronzolotti. Sulle sponde del rio, infatti, si giocava, si costruivano capanne e zattere con i rami degli alberi che circondavano il flusso d’acqua, si pescavano dei piccoli pesciolini che si impanavano con farina, si friggevano e si mangiavano proprio sul posto. Si facevano feste che dal rio portavano alla Pinara. Questo posto veniva chiamato “Le Buse del Rì” e ancora oggi, il ricordo fa brillare gli occhi. In Pinara le feste erano diffuse in tutto il bosco. Musica, cibo, dolci e attrazioni riempivano le giornate di tutti. I birilli da colpire con le pigne, i premi che si potevano vincere!  

Durante le fiere di paese le giostre non mancavano mai e nemmeno i commercianti ambulanti. Tra loro c’era il famoso “scambiatore di rame e fero vecio”, un signore distinto ma non troppo che dal Veneto si recava a Bronzolo e in cambio di ferro, rame o alluminio dava ai bambini cerbottane, bamboline o monete.  

Quanti di loro per una favolosa cerbottana ha “preso in prestito” al nonno qualche cimelio antico o al vicino di casa la bicicletta! E, a proposito di biciclette, quanto era bello prendere la bici e uscire con gli amici. Andavano proprio ovunque! 

E i motorini? Per i più fortunati o i lavoratori che riuscivano a risparmiare “qualche soldino” dagli anni 50-80 è arrivata la Vespa o il favoloso Ciao che permetteva di andare con più facilità a lavoro a Bolzano o con gli amici a fare gite in giro per la Bassa Atesina.